La demenza vascolare

La demenza vascolare fa parte del gruppo di demenze ad eziologia non degenerativa. Si tratta di una delle forme più comuni di demenza e si manifesta con disordini cognitivi acquisiti che insorgono in seguito ad una sottostante malattia di natura cerebrovascolare. Il tipo di esordio è variabile, può essere improvviso o insidioso, come pure il suo decorso, che può essere statico, progressivo o remittente. Si presenta con un ampio spettro di sintomi neurologici e neuropsicologici che riflettono l’eterogeneità delle lesioni cerebrali a cui sono associati.

I requisiti per poter formulare una diagnosi di demenza vascolare sono i seguenti:

  • Presenza di decadimento cognitivo;
  • Evidenza di disturbi cerebrovascolari dimostrati dalla presenza di segni e sintomi neurologici focali all’esame neurologico e di lesioni cerebrali di natura vascolare rilevati attraverso tecniche di visualizzazione cerebrale;
  • Evidenza di una relazione causale e temporale tra le due condizioni precedenti (insorgenza di decadimento cognitivo entro tre mesi dall’ictus oppure una storia di esordio improvviso e una progressione “a gradini” del decadimento cognitivo).

La demenza vascolare viene così classificata:

  1. Demenza da patologia dei grossi vasi
    • Demenza multi-infartuale da ischemia dei territori serviti dalle arterie cerebrali di grosso calibro;
    • Demenza da infarti strategici di aree cerebrali funzionalmente importanti
  2. Demenza da patologia dei piccoli vasi
    • Stato lacunare
    • Malattia di di Binswanger
  3. Demenza da ipoperfusione ipossico-ischemica
  4. Demenza emorragica
  5. Demenza da altre patologie vascolari

Una forma “pura” di demenza vascolare non è comune, infatti effettuare una diagnosi risulta spesso difficoltoso. Spesso, il danno vascolare si sviluppa in concomitanza alla malattia di Alzheimer o ad altre forme di demenza, le quali, pur aggravando il quadro clinico, non ne sono le cause principali. In questo modo, si vanno a costituire le cosiddette forme miste.

Sintomatologia e decorso clinico

I pazienti con demenza vascolare presentano un quadro sintomatologico variabile a seconda dell’area cerebrale interessata. Tuttavia, in linea generale è possibile osservare difficoltà nella memoria a breve termine, una riduzione della capacità di critica e di giudizio, disorientamento spaziale e temporale, compromissione nella pianificazione e nell’organizzazione di semplici azioni quotidiane e nella cura personale. Questo quadro cognitivo si presenta frequentemente in associazione a disturbi emotivo-comportamentali (ansia, agitazione, irritabilità, apatia e/o disinibizione). Infine, è spesso presente un’inversione del ciclo sonno-veglia.

  • Demenza da infarti multipli corticali

In questo caso, l’esordio del decadimento cognitivo è acuto ed in relazione causale e temporale con l’evento ischemico scatenante. Si evidenzierà un decorso tipico “a gradini”, condizionato dal ripetersi di eventi ischemici successivi. La sintomatologia ha un andamento fluttuante, caratterizzato da episodi confusionali soprattutto nelle ore notturne e un’inversione del ritmo sonno-veglia. Può esser presente anche labilità emotiva.

  • Demenza da infarti strategici

A seconda dell’area cerebrale interessata, gli esiti sintomatologici saranno diversi. In linea generale, si evidenzia una prevalente sintomatologia disesecutiva, che può essere accompagnata da disturbi del comportamento, di pianificazione e organizzazione spaziale. Possono essere presenti alterazioni del tono dell’umore.

  • Demenza lacunare e malattia di Binswanger

In questo caso, l’insorgenza dei disturbi neurologici è preceduta dai disturbi cognitivi. La persona potrebbe presentare un generale rallentamento dei processi mentali, difficoltà di concentrazione e di memoria. Tale sintomatologia ha un decorso tipicamente fluttuante, con periodi di aggravamento e altri in cui sembra esserci un miglioramento dei sintomi.

Quali possibilità di intervento?

Sulla base di quanto detto sopra, si evince coma la gestione della demenza vascolare, lungo il suo intero decorso, richieda un intervento multidisciplinare.

Per il paziente:

  • La valutazione del profilo neuropsicologico della persona con una diagnosi di demenza vascolare è fondamentale. Infatti, restituisce al paziente e ai familiari un quadro obiettivo delle difficoltà cognitive, prevalentemente sul versante esecutivo, e delle eventuali alterazioni comportamentali, che la persona stessa e i suoi familiari sperimentano nella vita quotidiana. Inoltre, la valutazione di tali deficit rende possibile effettuare una diagnosi differenziale rispetto al profilo cognitivo delle altre patologie neurodegenerative. Infine, permette un monitoraggio dell’evoluzione della malattia nel tempo, soprattutto in pazienti in trattamento farmacologico.
  • La stimolazione cognitiva implica il coinvolgimento della persona in compiti che riguardano la quotidianità con il fine di stimolare genericamente l’attività mentale. Ha come obiettivo quello di rallentare il più possibile la perdita delle capacità cognitive non ancora intaccate dalla malattia, limitando l’impatto che le difficoltà determinano sull’autonomia nella vita quotidiana della persona e di arginare la comparsa dei disturbi comportamentali. Alcune evidenze scientifiche hanno dimostrato come le persone con demenza vascolare possano beneficiare della stimolazione cognitiva in modo più stabile e duraturo rispetto ai pazienti con altre diagnosi di demenze neurodegenerative. In fase precoce, la demenza vascolare può presentare un quadro di lieve decadimento cognitivo che, tuttavia, con il passare del tempo potrebbe evolvere in un quadro di tipo neurodegenerativo. Pertanto, la stimolazione cognitiva, in associazione al trattamento farmacologico, potrebbe ridurre il rischio di conversione ad altre forme di demenza.

Per il familiare ed il paziente

  • I percorsi di consulenza e sostegno psicologico offrono alla persona uno spazio di ascolto ed elaborazione della propria esperienza e delle scelte o tentativi di risoluzione che si sono rivelati fallimentari o non efficaci. Lo scopo è quello di trovare, insieme al professionista, uno o più modi volti a farla sentire artefice della propria vita e del senso che ad essa attribuisce. Si pone al centro lo sguardo della persona impegnata ad includere e gestire la malattia nella propria vita.

 

 

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